Monday, 19 December 2016

Aragosta selvaggia



Lévi-Strauss, è un antropologo francese e massimo teorico dello strutturalismo applicato agli studi. Nel «Pensiero selvaggio», espone il vincolo che unisce la «società occidentale» alle popolazioni a lei più remote. Nel tentativo di cogliere le strutture profonde, universali e atemporali, che sottomettono il pensiero umano, egli è giunto a postulare l'esistenza di una logica binaria che, allo scopo di classificare e ordinare il mondo, costruisce categorie mediante un sistema bipolare di opposizioni o contrasti. Per Lévi Strauss, l’asse logico è quella dimensione unificante dei fenomeni che sono messi in relazione tra di loro. Esso può indicare la dimensione del colore, della forma, della posizione, che collega due fenomeni, ma consente anche di stabilire una differenziazione.





Bhimbetka, zona archeologica nell'India centrale

Se pensiamo ad esempio al color aragosta, è facile trovare la sua dimensione primitiva, selvaggia. Basta ricondurci ai rituali dell'uomo preistorico grande pittore e incisore, che sbriciolando “terre” naturali e mescolandole con acqua o urina, otteneva colori sulle tonalità rosso-arancio, molto simili al color aragosta. 

Serra da Capivara, parco nazionale nel Brasile nord-orientale

Inizialmente, le pitture rupestri rappresentavano animali e scene di caccia. Il pittore era una specie di stregone che disegnava per far avere ai suoi compagni una buona selvaggina. Gli uomini primitivi erano convinti che gli elementi naturali avessero una “forza” invisibile superiore alla loro e così pensavano che riproducendo gli oggetti delle loro paure, la forza di questi oggetti potesse passare a loro, dando il potere di controllare tutto il mondo circostante. 


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